L’Islanda e i suoi cavalli

Storie e leggende

L’Islanda è una nazione insulare di origine vulcanica, geologicamente giovane, che ogni anno attrarre turisti da tutto il mondo per i suoi meravigliosi paesaggi. Tra i siti di attrazione non si può non menzionare Reynisfjara, una spiaggia nera unica al mondo, bella quanto pericolosa per le sue onde imprevedibili e la forte risacca, i Geyser capaci di eruttare getti d’acqua bollente di diversi metri (molti oggi sono inattivi a causa della scelleratezza dell’uomo che lo ha portato ad ostruire le cavità gettando pietre e rifiuti vari!) ed ancora i parchi nazionali di Vatnajökull e Snæfellsjökulli che proteggono imponenti ghiacciai, le meravigliose cascate come Skògafoss e Gullfoss e le caldissime e rilassanti acque termali della Blue Lagoon.

A seconda delle stagioni l’Islanda può regalare nel periodo invernale un’alta probabilità di avvistare l’Aurora Boreale o in primavera-estate di avvistare sulle sue coste il Puffin, o pulcinella di mare, un simpatico e caratteristico uccello facente parte della famiglia degli Alcidi che vive lungo le coste dell’oceano atlantico settentrionale e che in Islanda è presente in una quantità 10 volte superiore al numero degli abitanti, sono infatti circa 3,2 milioni!

Uno dei fattori che rendono quest’isola unica nel suo genere è l’estrema variabilità del meteo, dalla forza dei venti alla loro direzione e l’umidità delle masse d’aria che provocano repentini passaggi dalla pioggia al bel tempo e di nuovo al maltempo fino a violente tempeste; la meraviglia è provare l’emozione di veder passare le 4 stagioni nell’arco di un’ora appena, provare per credere!

Ciò che di quest’isola il turista medio spesso ignora è la profonda cultura legata al Cavallo, dal fiero compagno di guerra ad aiuto manovalanza per l’agricoltura ed il trasporto, ed ancora mitologica creatura dai mistici poteri.Storie e leggende ci vengono narrate nel Landnámabók – il libro dell’insediamento, un manoscritto medievale che racconta di come, tra il IX e il X secolo, i Vichinghi colonizzarono l’Islanda. 

Nel Landnámabók si narra che i Vichinghi norvegesi tra l’860 e il 935 d.C., durante la colonizzazione, importarono l’antenato dell’oggi cavallo islandese, razza equina robusta e resistente, come ausilio per raggiungere le zone più difficilmente accessibili ed impervie.

I cavalli erano considerati il bene più prezioso dai guerrieri, tanto che venivano talvolta sepolti accanto ai loro cavalieri caduti in combattimento.

Tra le leggende mitologiche che vengono tramandate vi è la storia di Skalm risalente al 900′ quando un islandese di nome Grim andò a pescare con il suo piccolo figlio Thorir nascosto in una sacca di pelle di foca legata sotto il mento. Quella strana sacca attirò la curiosità di un merman (nella mitologia erano dei Tritoni in grado di predire il futuro). Grim lo afferrò e lo trascinò nella barca per chiedergli se avrebbero avuto maggior fortuna da un’altra parte del paese; “Non ha senso fare profezie su di te“, disse il merman, “ma quel ragazzo nella sacca di pelle di foca, si sistemerà e rivendicherà la terra dove la tua cavalla Skalm si sdraierà sotto il suo carico“. Il giorno che Grim morì affogato durante una battuta di pesca, la sua vedova Bergdis decise di dar credito alla profezia del merman, così caricò la cavalla Skalm ed insieme al figlio, ora chiamato Seal-Thorir, si misero in viaggio. Percorsero 75 miglia verso ovest e Skalm non si sdraiò mai; dopo aver riposato per l’inverno si rimisero in marcia verso sud attraversando l’intero fiordo. Raggiunte due dune di sabbia, dopo aver camminato per circa 100 miglia, Skalm si sdraiò sotto il suo carico, lì la vedova Bergidis ed il figlio Seal-Thorir rivendicarono la terra ed lì che Seal-Thorir divenne un grande capo.

Il cavallo islandese è un cavallo di altezza compresa tra i 130 e i 140 cm, molto simile ad un pony, è considerato dalla maggior parte dei registri di razza come un cavallo a tutti gli effetti con la particolarità di muoversi in cinque andature, il passo (fetgangur), il trotto (brokk), il galoppo (stökk), l’ambio (skeið) e la corsa leggera (tölt).

Dal 1909 è una specie tutelata, pertanto vige il divieto di importare cavalli, anche se sono cavalli originari dell’isola e poi esportati ed è inoltre vietato importare briglie e selle usate affinché nessuna malattia possa mettere a repentaglio la salute dei cavalli.

Per celebrare il cavallo islandese ogni due anni si tiene il landsmót, una parata ippica itinerante che richiama a gareggiare i migliori cavalli d’Islanda e diverse migliaia di persone come spettatori.

Letizia Colbertaldo