A San Marino in scena la 5^ tappa di Campionato Nazionale di PCS (Pattuglia Combat per Scenari)

19.05.2019 San Marino

CSAER – FIPS (Coordinamento Soft Air Emilia Romagna)

5a tappa Campionato Nazionale di PCS (Pattuglia Combat per Scenari)

organizzata da Bad Company San Marino e Nazgul Rimini San Marino

Si è svolta a San Marino, anche qui battezzata da tanta pioggia, la quinta tappa PCS del CSAER dal titolo Free Border IV oramai appuntamento fisso per le gare PCS del circuito Emiliano Romagnolo.

La gara è stata di sicuro una delle più belle mai fatte e non solo per la storia che ha iniziato a impegnare le squadre già un mese prima, ma anche per le ambientazioni, i materiali e gli strumenti usati per la costruzione impeccabile messa su dalle due organizzatrici e da due supporter di rango come i ROS di Riccione e la Decima Legio Pisanum di Pesaro.

Più di un mese di preparazione, più di 30 comparse, apparecchiature elettroniche sparse su 5 obiettivi, 28 giocatori impegnati nelle difese, 10 arbitri su 5 obiettivi, 17 squadre di cui 13 in campionato e 4 open, 5 filmati pre gara, 4 relise book per complicare gli obiettivi, 17 interpretazioni diverse, sono i numeri impressionanti di questa tappa svoltasi sotto la pioggia battente e con il sacrificio di tutti.

Il primo obj era prettamente interpretativo e prevedeva il passaggio di due dogane, una in uscita sorvegliata da una guardia e subito dopo in ingresso controllata magistralmente da due guardie. L’obbiettivo prevedeva l’ingresso delle squadre solo se in possesso di documenti e di un lascia passare che doveva essere richiesto via mail giorni prima dell’evento e l’organizzazione aveva previsto un punteggio suppletivo per le interpretazioni più originali, che hanno spaziato dai cacciatori di pokemon ai pescatori passando per gruppi di medici fino anche a vedere transitare improbabili missionari in tonaca e preghiere. Passata la dogana, che era interpretata in modo magistrale da attori dai ragazzi dei ROS, bisognava corrompere con oro e gioielli un pescatore che realmente stava pescando sul fiume, che per l’occasione scorreva gonfio di acqua e a notevole velocità. Il pescatore forniva varie informazioni e nel mentre si tentava questa corruzione, mentre una parte della pattuglia si recava a liberare un personaggio che veniva fustigato da una guardia. I punteggi sorridevano a chi esfiltrava vivo l’ostaggio trascinandolo nel fango che la faceva da padrone per tutto il percorso.

Prima di infiltrare, molti di noi vecchietti hanno chiesto al coordinatore Roberto Wolf se ci fossero salite lunghe e faticose tra gli obj, la risposta è stata “no ma che….solo una piccola salitina tra il primo e il secondo”.

Bene, affrontiamo il trasferimento tra il primo obj e il secondo e la salita che a me è sembrata di un Km ci ha sfiancati e l’arrivo al secondo obj ci ha visto stesi tra l’erba a nominare Wolf in tutti i colori dell’arcobaleno. All’arrivo dell’arbitro un briefing breve ma intenso ci ha introdotti alla bandiera verde in cerca di un lancia razzi e un metal detector. Con il lanciarazzi dovevamo colpire un blindato e con il metal detector trovare e segnalare dieci mine: devo dire che il corridoio minato era perfetto, le mine suonavano se le calpestavi ed erano nascoste benissimo non avrei mai pensato avessero avuto tanta cura nel camuffare così bene il sotterramento.

Fatto ciò dovevamo documentare tutto ciò che trovavamo in casse sparse per tutto il campo e nel mentre le difese imperversavano con una pioggia di pallini che quasi era pari a quella che scendeva dal cielo.

Dal secondo al terzo obj si passava nel bosco e qui gli alberi ci garantivano un leggero riparo dall’acqua fino al sentiero verso la terza bandiera verde.

Il solito piccolo briefing dell’arbitro, una miniera da visitare, dei traffici illeciti da documentare e infine una postazione SAM da direzionare per far partire dei missili verso un obiettivo del quale avevamo le coordinate (prova cartografica). Sulla postazione SAM vi era una antenna radar ruotante e controllata da un telecomando in possesso di un difensore, il telecomando era da trovare per far ruotare il radar e seguire su un monitor la traiettoria del missile lanciato.

La Decima Legio Pisanum su questo obj era padrona del campo e ha reso veramente complicata l’avanzata delle squadre che comunque, anche se decimate dall’ottima mira dei difensori, hanno avuto occasione di entrare nella miniera e di lanciare i missili.

Il quarto obj si annunciava molto prima di arrivarci, un Muezzin chiamava alla preghiera il villaggio con un’insistenza che avrebbe fatto impazzire chiunque, tranne i figuranti che, da stacanovisti, portavano avanti senza tregua la loro commedia. Già da prima della bandiera verde vedevamo due altane con due caschi blu, tre guardie sotto la prima altana, non so nemmeno quanti figuranti nel villaggio, ho perso il conto dei malati da curare e dei ribelli da disarmare, quello che so è che ovunque ci girassimo dovevamo risolvere un problema: le due altane che dovevano comunicare tra di loro per non far intervenire la difesa, i malati di ebola da curare senza farsi contagiare, il vaccino giusto da scegliere, i ribelli armati da riconoscere… insomma un marasma di cose da fare e da pensare, il tutto condito da questo Muezzin che di continuo ti entrava nel cervello con i suoi richiami diffusi da altoparlanti messi al massimo della potenza, tanto che penso che anche a Tangeri si stiano chiedendo da dove arrivassero quei richiami. Spettacolari le interpretazioni e anche qui il 10 e lode è dovuto a tutti.

Via verso il quinto: due guardie da eliminare senza essere visti, irruzione in una casa, eliminazione di altre due guardie all’interno e sparsi a cercare di tagliare i cavi di comunicazione e disattivare con una sostanza la sintesi in laboratorio del virus.

Qui ovazione e menzione speciale per gli effetti e i presidi utilizzati: un laboratorio chimico immerso nella nebbia di una macchina per il fumo, una marea di provette colorate, tubi fosforescenti che si intrecciavano sul tavolo e in fine un vero braccio elettromeccanico da comandare a distanza chiuso in una teca ermetica che serviva a prendere la giusta provetta da disattivare.

…Ma dove lo avete trovato questo braccio robotico?….come avete fatto a convincere il proprietario a farvelo usare? Fatto sta che c’era veramente e che veramente si muoveva e che veramente si doveva controllare.

Gara bellissima e che meritava una descrizione accurata e completa, la dedizione mostrata dalle due padrone di casa e la considerazione data a chi ha fatto la tappa è esemplare, chi organizza deve garantire sempre il divertimento di chi gioca e deve veramente far vedere gli sforzi fatti per permettere la giocabilità e una serietà organizzativa che è segno di rispetto verso le squadre che partecipano al circuito. Sono io che scrivo per dare voce a questo meraviglioso campionato, ma mi piacerebbe che lo facessero spesso anche le squadre perché solo così sapremmo veramente cosa stiamo facendo e come stiamo diventando grandi: crescere è l’obiettivo che ci poniamo, rispettare le squadre è l’obbligo che ci siamo posti, il direttivo CSAER è al servizio di esse e sempre lo sarà.

Cosimo Castronovo (cpt Harlock)

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